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Italian enterprise security operations center where digital PMs and security engineers analyze dashboards about LLM red teaming and prompt injection defense Visual elements attack taxonomy board adversarial prompt examples blurred guardrail pipeline
AI News Scraper27-nov-2025 19.25.413 min read

Red teaming LLM: difese pratiche da prompt injection

Red teaming LLM: difese pratiche da prompt injection
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Metodi e controlli per testare e difendere agenti/LLM in produzione.

Perché il red teaming LLM è diverso: minacce, kill chain e obiettivi

Gli attacchi a modelli e agenti LLM seguono dinamiche diverse dai sistemi tradizionali: il vettore non è solo il codice, ma il contenuto. Prompt injection, data exfiltration via tool, jailbreak e indirect prompt (provenienti da documenti, link o output di altri agenti) costituiscono la nuova kill chain. Il red teaming LLM nasce per individuare debolezze prima che arrivino in produzione, con scenari realistici su dati, tool e permessi effettivi. Per i Digital/PM tecnici, l’obiettivo è duplice: certificare che l’agente rispetti i confini (policy e permessi) e dimostrare, con evidenze, che le difese reggono a tentativi mirati. Le reference solide vengono dal mondo dei vendor e della ricerca. Nvidia sintetizza controlli e routine operative per sistemi agentici: NVIDIA Safety Recipe. I pattern multi‑agent di Google chiariscono come segmentare ruoli, fallback e osservabilità per ridurre l’impatto di un agent compromesso: Google Multi‑Agent Blog. Per governi e compliance runtime, l’approccio di policy card e protocolli come MCP aiuta a rendere esplicite capability e scopi, semplificando i test: Anthropic MCP. Mentre gli agenti si connettono a strumenti reali (CRM, email, storage), ogni “porta” diventa potenziale superficie d’attacco. Senza ridurre l’utilità, occorre definire un perimetro minimo: nessun tool con write‑access senza deliberazione esplicita, separazione netta tra ambienti (sandbox vs produzione), registrazione motivazionale delle azioni e regole di interruzione (circuit breaker) in caso di anomalie.

Playbook difensivo: guardrail, sandbox, policy card e audit logging

Un playbook difensivo efficace combina misure preventive, detective e correttive. Preventive - Policy card e capability declaration: ciò che l’agente può fare, con quali input e in quali contesti. - Guardrail semantici: filtri pre/post con modelli specialistici (safety/classifier) e regole di mascheramento PII. - Principle of least privilege: permessi minimi a tool e dati; separazione dei segreti; scadenze e rotazione chiavi. - Content integrity: sanitizzazione di input esterni (HTML/URL/doc) e reputazione delle fonti. Detective - Observability: logging motivazionale di input/output, tool call, stato del policy engine, score di rischio. - Canary prompts e fuzzing: suite di test che includono attacchi noti (jailbreak, exfiltration) e varianti. - Alerting: soglie su deviazioni (prompt troppo lunghi, tool call inusuali, ciclo infinito). Correttive - Circuit breaker e sandbox: blocco esecuzione su tool write‑access, quarantena di sessioni sospette. - Fallback e escalation: degradare a read‑only, coinvolgere un umano, cambiare modello/ruolo. - Patch cadence: pipeline per aggiornare modelli/guardrail e rigenerare baseline di test. Per una vista sui progressi multimodali e su come influiscono sui rischi (es. estrazione contenuto da immagini), vedere Meta Llama 4 multimodal; per analisi e best practice aperte, la community di Hugging Face Blog offre pattern e checklist.

KPI e routine: drill trimestrali, patch cadence e reporting board-ready

I controlli diventano credibili solo se misurati e ripetuti. KPI - Attack pass rate (APR): % di attacchi che aggirano i guardrail (target ↓ nel tempo). - Mean time to detect (MTTD) e to remediate (MTTR): minuti da anomalia a blocco/ripristino. - False positive/negative rate dei filtri di sicurezza. - % sessioni con audit trail completo ed exportabile. - % tool write‑access coperti da sandbox e circuit breaker. Routine - Drill trimestrali di red team con scenari aggiornati (nuovi jailbreak e indirect prompt). - Aggiornamento guardrail a ogni major release del modello/framework; riesecuzione suite e aggiornamento baseline. - Report board‑ready: trend APR, MTTD/MTTR, incidenti e costi evitati. - QA di compliance: verifica periodica di retention, consenso e diritti dell’interessato secondo AI Act/GDPR: EU AI Act. Infine, costruire una cultura di “secure by default”: repository di test condivisi, checklist pre‑go‑live, revisione dei permessi e simulazioni di fallo di tool esterni. La differenza tra un agente “smart” e uno “sicuro” si misura quando un attacco reale incontra regole chiare, log trasparenti e team pronti al rollback.

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