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17 mar, 2020

Ad Fraud: come sta impattando il Digital Advertising ?

Il fenomeno Ad Fraud è uno dei temi più discussi nel mondo digital negli ultimi mesi. Cosa sappiamo veramente? Come possiamo arginare il fenomeno?


Uno dei temi più caldi dell’ultimo anno è stato quello delle frodi nel mondo dell’advertising online.

La crescita esponenziale del Digital Advertising ha avuto come conseguenza principale un miglioramento sostanziale della capacità di acquisto e di vendita di spazi pubblicitari. L’avvento del Programmatic, lo sviluppo del Real Time Bidding e numerose altre innovazioni tecnologiche, hanno costituito delle pietre miliari nella crescita dei media online, aprendo la strada ad una rivoluzione costante delle possibilità di pagamento, oltre ai già noti miglioramenti in termini di targeting e velocità di compravendita.

 

Lo sviluppo tecnologico, peró, porta con sé anche alcuni rischi e tra questi è importante porre un particolare focus sul concetto di Ad fraud.

Come già detto, le discussioni intorno a questo problema sono cresciute rapidamente, ma di cosa stiamo parlando esattamente? 

Per Ad Fraud si intende “una persona, uno script automatico o un qualsiasi programma, che imiti il comportamento di un potenziale utilizzatore, senza avere un reale interesse nel link finale dell’Ad”. 

In poche parole si ha una frode quando nei modi sopracitati si fa pagare in maniera illegittima chi sta investendo in pubblicità online.

 

Considerando il fatto che i numeri fanno più rumore delle parole, secondo le stime di numerose aziende anti frode, nel solo 2017 si sarebbero “bruciati” circa 10 Miliardi a causa delle ad fraud (numeri che rappresenterebbero un’importante crescita rispetto all’anno precedente).

 

In questo clima di insicurezza, la presa di posizione di due grandi brand sul tema trasparenza/Ad fraud ha fatto molto discutere e in un modo o nell’altro ha smosso l’ambiente del Digital Advertising. Dapprima Procter & Gamble, con un taglio netto degli investimenti (circa il 50%) nel solo 2017, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: c’è bisogno di trasparenza, c’è bisogno di una lotta basata su una visione comune contro le frodi e maggiore trasparenza per salvaguardare i Brand (il concetto di Brand Safety é un altro punto importante). Successivamente, anche Unilever si è unita alla protesta, dimostrando ancor di più come chi spende in pubblicità online abbia la necessità di vedere i propri soldi investiti in maniera sicura e certa.

 

Data l’importanza dell’argomento, numerosi saranno gli sviluppi futuri finalizzati ad una risoluzione della problematica. Lo spettro di un possibile taglio degli investimenti media ha comportato una ovvia e giusta presa di coscienza di tutta la Industry. 

Attualmente esistono alcuni accorgimenti per fronteggiare tale fenomeno, anche se nessuno di essi risolve in concreto il problema della trasparenza.

 

Un primo accorgimento è sicuramente l’uso di un provider di verifica degli Ad. Ce ne sono diversi sul mercato (Forensiq, Pixalate, Integral Ad Science, solo per citarne alcuni), e il fine ultimo di tali sistemi di controllo è appunto quello di garantire la veridicità delle attività media, diminuendo quindi la percentuale di traffico fraudolento.

 

Un altro accorgimento, Lato Publisher, è l’introduzione da parte dello IAB di ADS.txt.

Lo strumento, sviluppato dall’Interattive Advertising Bureau, si basa su un funzionamento estremamente semplice: in tale file, infatti, vengono inserite le aziende autorizzate a vendere i propri spazi pubblicitari. L’Authorized Digital Sellers, questo il nome completo, facilita lato Buyers l’identificazione dei sellers per uno specifico Publisher, andando a risolvere il problema trasparenza nella compra vendita di media online. 

 

Cosa ci aspetta in futuro?

 

È estremamente difficile identificare una soluzione definitiva per il futuro, soprattutto se si considera il fatto che il mercato continua a crescere rapidamente, portando con sé quotidiane innovazioni ma, allo stesso, nuove minacce. 

La mancanza di trasparenza, come già detto, appare il nodo fondamentale dello sviluppo del Programmatic, un problema che potrebbe in futuro essere risolto tramite l’implementazione della tecnologia Blockchain. 

L’esempio migliore fino a questo momento appare quello di ClearCoin, una Startup americana in grado di creare una piattaforma basata sul sistema Ethereum.

Tale piattaforma garantisce massima trasparenza su ogni acquisto media e la prova che questa tecnologia possa essere il futuro è il fatto che numerosi sono i partner interessati a tale sistema (Google, Facebook, Amazon, Twitter).

 

La Guerra alle Ad Fraud è iniziata e grazie allo sviluppo tecnologico saremo in grado di combattere tale fenomeno con sempre più nuovi mezzi. Di pari passo, però, appare fondamentale continuare a lavorare sulla formazione, cercando di sfidare gli standard attuali della industry e spingendo affinché il mondo dei media online raggiunga i livelli di sicurezza e trasparenza necessari per crescere e migliorare giorno dopo giorno.

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